Le parole con cui ci lapidate 


Le Donne Visibili

Ho deciso di non perdere tempo con le parole con cui ci lapidate. Con cui ci arrostite.Perché c’è tanto da fare e io non ho tempo per combattervi tutti, per arrabbiarmi.

Mi piacerebbe certo che le donne che lavorano nel vostro giornale nel momento in cui hanno visto quel titolo si fossero alzate e fossero uscite per mai più tornare. Perché un lavoro non vale qualsiasi cosa. Ecco, se non l’avete fatto vi do un’idea adesso, siete ancora in tempo.

E non credete che non abbiamo notato l’uso del soggetto impersonale “loro” arrostiscono, per non evidenziare che l’assassino è un maschio bianco italiano. Per insinuare un dubbio vigliacco nel lettore.

Io farò così, non solo non vi comprerò mai -mai fatto-, non cliccherò mai su un vostro link -in genere fatto solo per poi verificare “non ci credo che abbiano scritto una cosa del genere” – ma farò attenzione a…

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L’economista tedesca Sahra Wagenknecht: “Una crescita economica senza avidità è possibile?”


Le Donne Visibili

Qualche settimana fa, ha avuto luogo a Lipsia la Fiera del Libro. Dopo quella di Francoforte è una delle fiere editoriali più importanti in Germania. Il programma di tutti gli eventi legati alla fiera e sparsi per la città è sempre più ricco. L’ offerta aumenta ogni anno in modo quasi esponenziale.

Avevo cercato sul programma una donna e avevo scelto di andare a sentire Sahra Wagenknecht .

In Italia è piuttosto sconosciuta ma qui, specialmente nella ex Germania dell’Est è un personaggio molto popolare.

Nata nel 1969 a Jena da madre tedesca e padre iraniano passò la sua infanzia dai nonni.
A sei anni si trasferì con la madre a Berlino Est. Studiò nel 1990 filosofia e successivamente economia. Oggi rappresenta il partito di sinistra tedesco Die Linke come deputata del Bundestag. il parlamento tedesco.

Sahra Wagenknecht è venuta a presentare il suo libro: Wachstum ohne Gier, Campus Verlag 

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Buona Rinascita


Le Donne Visibili

Si dice “Pasqua con chi vuoi”, ma spesso, per molti e per molte donne, il “chi vuoi” è piuttosto un “con nessuno”.

Auguri alle donne che oggi lavorano, alle donne che non possono festeggiare con chi vogliono, perché il loro “chi vogliono” semplicemente non c’è ancora o perché sono costrette a festeggiarlo con le persone che non vogliono più; auguri alle donne sole, senza famiglia, per scelta o per caso; auguri alle donne che restano a casa, per scelta o necessità, a chi  fra loro non può muoversi, a chi non ha foto di bei posti vacanzieri da mostrare, perché non può permetterselo.

Auguri cioè a tutte quelle donne che non si vedono, perché se Pasqua è una rinascita, il mio augurio è che possiate, possiamo tutte quante noi, rinascere più visibili, che rinasca il coraggio di mostrarsi e migliorarsi.

Museum cleaning woman in the Museum of Modern Art, New York by Fritz Henle, 1960s (credits: hugamuseumworker.org) Museum cleaning woman in the Museum of Modern Art, New York by Fritz Henle…

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“Ida Magli ci ha insegnato a saper vedere” – Il ricordo di Isabella Moroni


Le Donne Visibili

Ida Magli

Ida Magli l’ho conosciuta in uno dei periodi più duri per l’Italia. Anni di stragi e di vuoto della politica. Fuori c’era paura, ma una paura diversa da quella “guidata” di oggi: i media non arrivavano così capillarmente, c’erano le radio libere a riequilibrare l’informazione e le persone che non sapevano cosa dire, tacevano.

Questo accadeva fuori, ma quando si entrava nell’Aula 1 di Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma, all’ora della lezione di Ida Magli, tutto svaniva. Entravamo, infatti, in un mondo di scoperte, di stupori, di “pugni nello stomaco”, di “rivoluzione”.

E non quella rivoluzione fatta di guerra (il più delle volte condivisibile) che ci attendeva fuori, ma una rivoluzione che intuivamo essere l’unica che avrebbe portato ad un vero cambiamento; una rivoluzione fatta di conoscenza, ma soprattutto di possibilità di concepire il pensiero in maniera completamente diversa. Nuove categorie mentali, scoperta degli stereotipi, delle contraddizioni, tracciati di libertà…

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Per le strade dell’Europa e non solo di Colonia contro il sessismo e contro il razzismo


Le Donne Visibili

Stiamo leggendo parecchi articoli e editoriali dagli organi di stampa ufficiali e da quelli non ufficiali, dai blog come il nostro e ognuno rileva un aspetto diverso. C’è chi parla di questione femminile, c’è chi parla di questione maschile, c’è chi parla di scontro di civiltà. Tutto questo mentre i dati effettivi di quello che è accaduto non sono ancora completamente chiariti.

C’è uno iato evidente fra il fatto realmente avvenuto e la risonanza che la sua notizia  ha avuto in tutta Europa nei media e sui social network.

Sono pochi i quotidiani che trattino la notizia in maniera equilibrata, sono pochi i media che cerchino di informare e non distorcere la notizia a fini politici – come invece sta succedendo sulla stampa italiana e  tedesca – fra tutti i più attendibili cito The Guardian.

In tutta sincerità, non so più cosa pensare. E come me, penso tante altre persone…

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Per le strade di Colonia


Le Donne Visibili

P8480244 copy.JPG [Posto la mia foto perché questo pezzo dovete leggerlo guardandomi in faccia]

Parigi

  • 2005 tornando a casa la sera con la mia coinquilina, nel decimo arrondissement: un uomo ci segue, ci fa delle proposte volgari, ci allontaniamo, lo ignoriamo, continua, abbiamo paura, ci insegue per un tratto di strada finché arriviamo in un viale più trafficato.
  • 2008 Mercato Bastille, a fare la spesa il sabato mattina: mi accorgo che un uomo mi segue da una bancarella all’altra, e cerca di toccarmi sotto la gonna. Alla bancarella della frutta fa il suo tentativo, che schifo, mi giro infuriata senza neanche sapere cosa dire, si dilegua.
  • 2008 un sabato sera estivo, in giro con un’amica, stavamo andando a raggiungere degli amici a St Michel: prima offerte volgari poi insulti urlati quando abbiamo cercato di ignorare la cosa. Il ponte dove ci trovavamo era pieno di gente, nessuno è intervenuto.

Lipsia

  • 2014 andando…

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Le donne che oggi influenzano il design


Le Donne Visibili

L’inserto del “Die Zeit”, “Die Zeit Magazine” di ottobre ha pubblicato in copertina il ritratto di Rossana Orlandi, una delle talentscout italiane del Design più conosciute.
Il titolo è “Wie Rossana Orlandi und andere Frauen die Welt des Designs prägen” “Come Rossana Orlandi e altre donne influenzano il mondo del Design”.È la prima volta che si parla di design completamente al femminile. Se si parla di design così come di architettura o di urbanistica gli autori sono normalmente quasi sempre uomini.

Nella sua intervista afferma che, nella scelta dei prodotti, non si fa mai influenzare da chi è l’autore o l’autrice delle sue opere, l’importante è per lei il risultato. Le idee migliori sono quasi sempre di autori non di autrici. Quest’anno ho curato una mostra-mercato sull’up-cycling. 40 autori e autrici europei hanno presentato per 3 settimane le loro opere a Lipsia nell’ambito di uno dei festival di Design più…

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Ogni volta che…conta!


Ogni volta che guardi la televisione, ogni volta che leggi un giornale o ascolti la radio, conta quante donne ci sono! di Lilly Bozzo-Costa

Le Donne Visibili

Questo testo vuole essere  un “memento” che ho per la testa da diverso tempo. Prendetelo come volete, come esercizio mentale o come gioco per l’estate:

Ogni volta che guardi la televisione o qualsiasi trasmissione su Internet conta quante donne sono presenti in quel momento. Cambia il canale o programma e contale. Osserva quello che fanno, la loro competenza ecc. Riprova in diverse ore del giorno.

Ogni volta che compri un giornale, un settimanale (quelli femminili non contano, perché si spera che l´80% della redazione sia femminile) conta quanti articoli sono stati scritti da donne e su quali argomenti sono stati scritti. Conta quante foto rappresentano una donna e che messaggio queste donne danno con la loro presenza.

Ogni volta che ascolti la radio, conta quante donne parlano come moderatrici o come esperte e osserva in quali programmi sono più frequenti e per quali tematiche vengono chiamate a parlare.

Ogni volta…

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La Cura e il “Modello della Madre”


Fabrizia Curti ha scritto un bell’articolo sul tema della cura o il “modello della madre”
Qui uno dei passaggi che mi ha più colpito: “”(..) Quello che mi piacerebbe molto, come proposta politica, è che alle donne anche a 35, 40 o 50 anni venisse data la possibilità di ricominciare. Tutte le attività del “prendersi cura” dovrebbero acquisire un nuovo valore politico e quindi anche economico. Andrebbe rivalutata l’importanza del loro ruolo sociale, cosa che viene invece sempre sminuita (vi posso raccontare decine di riunioni in cui io non venivo considerata, nonostante anni di studio e nonostante fossi spesso più preparata degli altri presenti, solo perché casalinga). Ma al di là delle possibilità di carriera delle donne che hanno superato i 40 anni, mi piacerebbe che il nostro modello sociale prendesse spunto da questo: dopo anni di comunismo e capitalismo, ci starebbe bene “il modello della madre”, quel prendersi cura a tutto tondo anche nell’economia reale delle persone (..)”

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La Cura e il "Modello della Madre".